I consigli della dottoressa Luciana Baroni, presidentessa della Società scientifica di nutrizione vegetariana
Perché fa bene?
“Il ‘gruppo frutta secca’ contiene quella che è in realtà frutta oleaginosa a guscio – dunque noci, mandorle, nocciole, pistacchi, anacardi e arachidi – più i semi oleaginosi come semi di zucca, di girasole, di sesamo, di lino, di chia e di canapa” spiega la dottoressa Luciana Baroni, esperta in nutrizione e presidentessa della Società scientifica di nutrizione vegetariana.
“In generale – sottolinea Baroni – la frutta secca apporta nutrienti importanti tra i quali minerali come zinco, magnesio e selenio, la vitamina E e gli acidi grassi polinsaturi della famiglia degli omega-3 e omega-6”.
Ovviamente, ognuno dei cibi elencati sopra ha una sua composizione peculiare per cui il più ampio spettro possibile di nutrienti lo si ottiene variando i consumi.
Da che età si può dare la frutta secca ai bambini?
“La frutta secca può essere introdotta, in forma adeguata, già a partire dallo svezzamento”.
Ricordiamo che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo svezzamento andrebbe iniziato a sei mesi compiuti e comunque – secondo le indicazioni della Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica e
dell’Agenzia europea di sicurezza alimentari – non prima dei quattro mesi.
Quale frutta secca proporre ai bambini
“Non ci sono frutti o semi migliori di altri: come anticipato, l’ideale è proporre un’ampia gamma di frutta secca in modo variato.”
Contrariamente a quanto si credeva in passato, oggi sappiamo che il rischio di allergie si limita proponendo questi cibi al bambino proprio già a partire dallo svezzamento. “Non c’è prova che ritardare oltre il 6° mese l’introduzione degli alimenti potenzialmente allergizzanti eserciti un effetto protettivo sullo sviluppo di allergie, e questo vale anche per la frutta secca, soprattutto le arachidi” conclude l’esperta.
Fonte: NostroFiglio
Perchè hai letto “Frutta secca per bambini”